Il linguaggio delle posate
Non ve lo siete mai chiesto il perché la forchetta sta da un lato, il coltello dall’altro, perché tutte quelle posate attorno al piatto? Dietro ad ogni argomento c’è sempre un perché, una storia da raccontare, oggi voglio portarvi nel mondo delle posate..
La cosiddetta “comunicazione non verbale”, il modo di comunicare attraverso il corpo, le nostre espressioni non intenzionali che il nostro volto esprime senza che ce ne rendiamo conto, a volte mettendoci anche in imbarazzo ( a tal proposito vi consiglio di guardare la Serie Tv “Lie To Me”, potreste apprendere moltissime cose sull’espressività del viso e del corpo, riconoscere quando una persona ci dice la verità o meno.. state attenti mariti e mogli! 😀 )
Per l’articolo di questa settimana ho scelto questo argomento che trovo davvero interessante e affascinante. Si, anche le posate parlano! Sembrerà strano e bizzarro ma è cosi. Ho preso questa foto dal sito di la tavola di edda, il quale l’ho trovato di facile lettura e di facile apprendimento.
Se cerchiamo quando le prime posate furono messe a tavola, scopriamo che i primi furono i coltelli all’età della pietra per poi essere usati a tavola dai Romani. Un tempo si usavano le mani per cibarsi senza preoccuparsi di sporcarle! Il coltello inizialmente veniva utilizzato per la caccia e il combattimento, poi si scoprì la forchetta, il simbolo del Demonio! Il suo uso veniva bollato come un vero e proprio peccato. In Italia l’uso della forchetta si diffuse nel XIV secolo di pari passo con il diffondersi della pasta perché considerato lo strumento più adatto per infilzare quel cibo “caldo e scivoloso”. Mentre il cucchiaio è la posata più antica perché era lo strumento utilizzato per portare i liquidi alla bocca. Deriva dalla parola cochlea, conchiglia, difatti la sua forma ricorda un pò una conchiglia, come un palmo di una mano chiusa per raccogliere l’acqua. Considerata la posata dei poveri perché erano coloro che si cibavano sopratutto di zuppe e minestre. Poi cominciò anche lui ad essere importante, vennero utilizzati materiali più pregiati come l’argento o pietre preziose tant’è che diventò un vero pegno d’amore. Bibliografia
Nell’epoca moderna..
Il mondo del design ha mutato gli elementi della tavola, rendendoli maneggevoli, funzionali, più sensibili al tatto. Gli oggetti diventano parte dell’esperienza gastronomica, fondendosi o privilegiando la sensibilità di ciò che si sta per mangiare. Questi interagiscono tattilmente con il modo di gustare, prestandosi a diversi utilizzi. E’ cambiato il modo di mangiare cosi come il modo di farlo. Portare tutto al minimo indispensabile, al minimo sforzo possibile e rendere il tutto più maneggevole e di facile uso.
A tavola come si dispongono
Le posate devono essere disposte secondo il loro ordine di utilizzo e quindi dall’esterno verso l’interno. Alla destra del piatto vanno i coltelli in base all’ordine di utilizzo e bisogna inserire il coltello specifico se è prevista la portata del pesce. Rimanendo sempre sulla destra, dopo i coltelli verrà messo il cucchiaio, che sarà la posata più esterna. A sinistra devono seguire la stessa logica le forchette, sistemate secondo l’ordine di portata: all’esterno quelle delle prime pietanze servite e all’interno quelle per le ultime. Le posate da dolce sono disposte nella parte superiore del coperto. L’impugnatura va rivolta verso la mano che la deve afferrare: la forchettina è orientata con la dentatura a destra, mentre il cucchiaino a sinistra.
E se l’ospite è mancino? Secondo gli esperti potrete scambiare le posate e questo darà prova di essere dei perfetti padroni di casa e conoscitori della mise en place.
Voglio concludere questo breve articolo con una domanda interessante la quale vorrei che alcuni di voi mi rispondessero.. Perché le posate non si chiamano “posate” solo quando sono posate, ma si chiamano “posate” anche quando si prendono e si usano per mangiare?».
[Franco Pennasilico, Poesie, Angossie & Altre Storie]