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Il paradosso dell’onnivoro

in News 25 Agosto 2021

Un concetto di cui ne parla Claude Fischler ne “L’Onnivoro. Il piacere di mangiare nella storia e nella scienza” e Michael Pollan ne “Il dilemma dell’Onnivoro.”

Questo paradosso parte dalla considerazione che l’uomo è caratterizzato da una elevatissima adattabilità (siamo a tutti gli effetti onnivori), cioè ha facoltà di trarre sostentamento da un gran numero di alimenti e di regimi alimentari diversi. Due tendenze contrapposte si muovono in lui: la neofilia (il piacere della varietà) e la neofobia (la forza rassicurante dei soliti sapori). Da una parte l’individuo è attratto dal nuovo, dalla varietà e dal cambiamento. Dall’altra lo teme, è diffidente e si rifugia nel conservatorismo. In questo senso il nuovo alimento è pericoloso, sia a livello fisiologico che simbolico, nell’accettazione del diverso. «Il numero eccessivo di alternative è fonte di ansie e di stress [..] i nostri sensi possono essere d’aiuto nel tracciare una prima distinzione tra cibi buoni e nocivi, ma noi umani dobbiamo affidarci alla cultura. Codifichiamo le regole della saggia alimentazione in una complessa rete di tabù, rituali, etichette e tradizioni.» 

L’atto, attraverso il quale si supera lo stato di ansia, è l’incorporazione; il momento in cui il nuovo alimento (il diverso) varca il confine tra il mondo e il nostro corpo diventandone un tutt’uno. Incorporare un alimento significa incorporare le sue proprietà, sia su un piano biologico, sia su un piano simbolico. In questo senso, attraverso l’incorporazione di nuovi alimenti, aiutiamo, dentro e fuori da noi, il processo di interculturalità: introiettando al nostro interno il diverso. Bibliografia: https://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=53980

Mi ha colpita molto questo concetto perché ultimamente in ambulatorio mi sono capitate persone che lo mettono in pratica, quelle che vogliono provare a cambiare ma che hanno paura nel farlo. “Perché rischiare di intraprendere una strada che potrebbe portarmi a faticare, a crearmi altri stress e pensieri quando adesso mi trovo in questa situazione di stabilità, di silenzio?”

Bisogna per prima cosa vedere realmente com’è questa situazione, cosa si intende per “stabilità”, per “silenzio”. Se questo significa evitare qualsiasi assunzione di cibo, evitare situazioni che potrebbero crearmi disagio con gli altri perché ho paura di essere poi giudicata. Questa non è una vera situazione di stabilità, ma anzi, è tutt’altro.

E’ rendere la persona consapevole che la realtà è un altra, è davvero difficile, complicato, ma NON IMPOSSIBILE. Non dobbiamo avere paura di affrontare i problemi, ma vanno combattuti, ci dobbiamo saltare dentro ai nostri problemi! Specialmente quando accanto abbiamo persone che ci aiutano e che credono in noi.

Il lock-down ha influito molto sulla nostra vita, sia fisica ma sopratutto psicologica, ma ora che stiamo vedendo un pò di luce, respiriamo l’aria nuova, combattiamo. Non ci dobbiamo mai arrendere, le guerre non sono mai state facili e hanno sempre creato delle ferite, ma altrimenti sarebbe tutto cosi noioso no? “Che vita sarebbe senza …. Nutella.. ops no quella è la pubblicità!! Forse meglio per molti ragazzini!” Che vita sarebbe se tutto andasse sempre liscio come l’olio? Noiosa.

Impariamo a vedere tutto da un altra prospettiva, riuscire a scorgere nel brutto e nel buio, quel lato positivo che ogni cosa ha. Andare avanti sempre, cambiare e avere la forza di farlo, come il nostro amico Onnivoro.